Per molti è semplicemente il postino di Correggio, ma nella
mente di Matteo Morgotti si cela un universo di loschi personaggi che abitano luoghi
peccaminosi, terreno fertile per le storie narrate dal suo alter ego Frankie
Magellano. Storie simili alla triste realtà socio-politica che occupa le pagine
dei giornali negli ultimi tempi, ad esempio. Ma non solo. Il cantastorie
emiliano è autore di 11 brani pregni di struggente realismo, romantico e
decadente come l’affannosa ricerca della felicità nell’ultima bettola di
periferia o tra le gambe di una prostituta. Nel grottesco teatrino messo in
piedi da Frankie Magellano in compagnia del suo Piccolo Teatro Mobile Schifoso
tanghi feroci raccontano di passioni carnali, pelle votata all’adulterio,
nefandezze e oscenità, fallimenti e cattive abitudini ostentate nel sentirsi “tremendamente
uguali alle cose degli altri”. Qui emerge, finta bellezza dai contorni tragici,
quella “grande commedia” della complicità e della felicità trovata nel
compatimento, ma c’è anche spazio per pagine di autentica poesia come in La favola del pasticciere o in La delicatezza dell’inganno. La prosa sanguigna
e la versatilità timbrica di una voce che pare impastata di alcol e tabacco
mettono in luce lo spessore artistico di questo brillante cantore del nostro
tempo andato a male. Ascolto consigliato a un pubblico adulto.
