mercoledì 18 gennaio 2012

Management del dolore post-operatorio - Auff! [MArteLabel]

Massicce dosi di strafottenza permeano l’urticante poetica dei Management del dolore post-operatorio, ben espressa nei dieci episodi dell’onomatopeico Auff!. Per confessione degli stessi musicisti potremmo sintetizzare il tutto come il tentativo di “distruggere gli endecasillabi del madrigale con un terribile Hiroshima provinciale”, ma il titolo suona di più come lo sbuffare rassegnato di chi, dopo qualche tentativo, prende atto della sua sostanziale impossibilità di cambiare lo status quo. Uno status quo qualsiasi. Un po’ come il giullare di corte che sbeffeggia il suo re pur sapendo, suo malgrado, che questa è l’unica libertà concessagli. Pura estetica liberatoria per menti rinchiuse nelle prigioni del conformismo: chirurgie plastiche, guerre combattute davanti a uno schermo, lobotomie da digitale terrestre e nuovi orizzonti pornografici tratteggiano in modo vivido e spietato il patetico destino dell’uomo moderno. L’urgenza esistenziale è il leitmotiv di un album che si rifà al miglior cantautorato di protesta nostrano, spostando però la prospettiva dal punto di vista di chi vive la crisi e non sa bene come uscirne, se non con un bel po’ di (auto)ironia. Senz’ombra di dubbio un lavoro pregevole sul piano espressivo, curato con meticolosità certosina da Manuele “Max Stimer” Fusaroli negli arrangiamenti: il produttore artistico di Zen Circus, Luci della centrale elettrica e Teatro degli orrori dà un’impronta punk a un rock di matrice britannica caratterizzato da sonorità acide, riff pneumatici e linee di basso belliche e distorte.