La produzione artistica di Umberto Maria Giardini, aka
Moltheni, si sente eccome. Così come è evidente il taglio con il passato,
laddove il rock puro di Segnalibro - disco
d’esordio del 2008 - lascia spazio ad atmosfere in bilico tra canzone d’autore,
pop rock anglosassone e influenze anni ‘70 filtrate da manipolazioni digitali,
suoni rubati alla realtà, sinth e citazioni “nannimorettiane” del tipo “…non
torneranno più le merendine”. Già, non torneranno più e con loro neppure le
promesse, le vacanze sognate, le sdraiette e il cioccolato amaro, suoni e
immagini che nel primo singolo Di blu - di cui uscirà presto il video - sgorgano
come un flusso di coscienza che ci riporta al tempo in cui era facile non accorgersi
di liberare la mente. D’altra parte il secondo lavoro della band alessandrina
parla di trasformazione, metamorfosi interiore e auspicata svolta sociale in
un’Italia rimasta "senza fabbrica", schiava di “un varietà che non varia mai”. “Quando
provavamo a Bologna con Umberto – racconta Luca Grossi, voce e chitarra acustica
della band – in alcuni momenti mi sentivo come congelato, perché lui dava il
massimo per tirare fuori il massimo da noi (…) In questo disco ci sono brani che
mi emozionano così tanto da bloccarmi, perché parlano della mia vita e spesso
cantandoli mi saliva un nodo in gola e la voce calava senza che me ne rendessi
conto: la mia mente vagava, Umberto la richiamava a terra. Con Sintomi di gioia è cambiato molto
rispetto al primo disco: abbiamo ridotto il nucleo della band a due soli
elementi, con un’attitudine che va a servire in modo più consapevole la
musica. Abbiamo chiamato il disco Sintomi
di gioia, come se si trattasse di un esordio, proprio perché vogliamo
aprire un nuovo capitolo della nostra vita musicale”.
Il video di Non puoi, un salto nel passato in attesa del nuovo singolo Di Blu