Ci sono il bel canto italico a cavallo
tra Sessanta e Settanta rivisitato in chiave moderna, quell’aria un po’
straziata alla Battisti, correnti sonore d’oltremanica e ammalianti parentesi “lennoniane”.
Il tutto unito a una capacità di scrittura fuori dalle righe. In un simile
calderone c’è il rischio di sciogliersi direte voi, in realtà i Thegiornalisti
riescono a cucire una scaletta perfetta che scorre senza cali di tensione,
dipingendo un quadro di sensazioni e scenari che sfuggono ai cliché del tempo.
A un anno dal volo in orbita di Vol.1 il quartetto romano guidato da
Tommaso Paradiso completa l’operazione di allunaggio con Vecchio. Il
cambio di rotta è sottolineato dall’assenza di riverberi ed effetti alla voce,
con chitarre crunch vecchio stampo mai in overdrive: il taglio melodico
incontra un “modus pensandi” sinceramente stralunato che sposa l’attitudine
“slow” di chi la vita vuole godersela attimo per attimo senza tante menate. Dal
rock’n’roll viscerale e ad alta gradazione di Bere, La tua pelle è
una bottiglia che parla e se non parla vado fuori di me e Pioggia nel
cuore al romanticismo d’altri tempi di Vecchio e Diamo tempo al
tempo, passando per il punk di Cinema sino alla toccante Nato con
te, traccia di chiusura tutta Fender Rhodes e Wurlitzer. In assoluto tra le
“next big things” della musica italiana.