Nel fitto sottobosco del rock indipendente italiano si celano band che se ne infischiano delle etichette, delle mode del momento e della massificazione dei gusti dettata dalla legge del contante. È il caso di questo power trio romano cresciuto a pane e alternative rock, all’esordio discografico con un album da overdose di decibel nelle casse, chitarroni ruvidi, ritmi salmodiaci ed esalazioni lisergiche. Nel cocktail “Mille ruggiti di sogni esaltanti, un suono corposo denso di infinite follie notturne, di malinconie metropolitane e nostalgie bucoliche”. Nove episodi più una ghost track di rigurgiti adolescenziali che strizzano l’occhio a band culto come Nirvana, Pixies e Smashing Pumpkins.
