Federico Braschi ha vent’anni e un cuore grande così. Lo testimonia il suo album di debutto, scritto all’alba della maggiore età e registrato con la sua inseparabile sei corde acustica supportata da un ensemble di vecchie volpi prese in prestito da Modena City Ramblers, Gang e Miami and The Groovers. Un album intimista carico di visioni e suggestioni, in cui rivivono ansie, sogni e passioni di un’adolescenza ormai alle spalle. L’immaginario compositivo del cantautore di Cesena si rifà ai grandi della musica d’autore italiana, come nella coraggiosa Hotel Supramonte sui cui aleggia l’ombra di De André. Magari potrà suonare ancora acerbo, ma la stoffa non manca e neanche il tempo per crescere.
