È un grande piacere constatare che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Soprattutto se il lupo in questione si chiama Giorgio Canali e il vizio è quello di sfornare album con i controcazzi. Lo stesso rocker di Predappio, a proposito della sua ultima fatica, confessa: “Rojo è un album meno intimista del precedente Nostra signora della dinamite, ma resta comunque un bel ritratto delle mie confusioni cerebrali, senza dimenticare quelle del mondo che ci ospita…”. Insomma, all’ex chitarra di CCCP, CSI e PGR non gli passa proprio per la testa di fare il bravo ragazzo (per fortuna) e spalleggiato dai rinnovati Rossofuoco (ora ci sono Stewie Dal Col alle chitarre e Nanni Fanelli al basso) dà alle stampe un album carico di rabbia, cinismo, autoironia e irriverenza tra barlumi di disincantata speranza. Con una poetica incendiaria e maledettamente efficace Canali compie un attentato al regno delle coscienze sedate, getta benzina sul fuoco delle proprie consapevolezze e se ne fotte di compiacersi e compiacere. Come dire: 11 “pezzacci” in odore di rivoluzione per cuori duri e puri, magari malati di aritmia ma pur sempre vivi e capaci di pompare nelle vene rock sporco imbevuto di sana punk-attitude. Niente male davvero. E se un sorriso ti sorprende perché il tiro di quel “Regola #1” i CSI un po’ te li ricorda, un brivido ti percorre la schiena di fronte alla verità spiazzante di “Orfani dei cieli”.
Hasta la victoria capitan Canali.
