Rock’n’roll primordiale,
irriverenza punk, attitudine low-fi, scorribande elettriche fuzz dal ritmo
galoppante. In sostanza garage contaminato e casinaro quanto basta, con tanto
di baffoni, occhiali da sole, giacche di pelle e anfibi. Dopo la “grande
abbuffata” di I spit on your graves e lo split assassino di Drunkula
insieme ai Capputtini ‘I Lignu, la two-man band romana - chitarra e
batteria - dà alle stampe il primo full-lenght intitolato omonimo. Un lavoro che
piacerà un sacco ai followers di Black Keys e compagnia bella, ma anche di realtà autoctone come i siculi Pan del Diavolo. Probabile che qualche band britannica degli Anni Zero, ridotta all'osso, suoni così. Ma con meno stile.
