I Fargas, alias Luca Spaggiari e la sua band, la sanno
lunga. Non sono certo degli sperimentatori mossi da chissà quali velleità
pioneristiche, quantomeno pretendono di esserlo. Ma una cosa gli va
riconosciuta: In balia di un dio
principiante svela già dal titolo lo spirito di disincanto e divina
inettitudine che permea l’intero album. Una sincerità spiazzante caratterizza
le liriche di 14 brani rock a tinte blues percorsi da una vena cantautorale talvolta
sgraziata, ma sempre diretta, che strizza l’occhio al compianto Rino Gaetano. Come
una mappa ingiallita che per loro stessa ammissione condurrà l’ascoltatore dritto
al tesoro, una scatola con dentro una pergamena che dice: “Che ti credevi di
trovare, fesso?”. Ed è un po’ questo lo “Zeitgeist” che ci rassomiglia e sprona
a guardare oltre la consuetudine, come odierni Magellano: ne è un esempio Polo Nord, dove il freddo sta tra le
mura di casa e non all’Artide, se vogliamo una metafora del benessere illusorio
e dell’immobilità poco rassicurante che si cela dietro le nostre abitudini.
Dunque uno sguardo senza filtri sul mondo di oggi servito in salsa vintage, con
chitarre anni ’60 ritmiche, sinuose, ammalianti, perfetto contraltare melodico a
una voce capace di comunicare sentimenti veri come la rabbia e la sofferenza, la
nostalgia e l’amore. Anche a costo di sembrare banali.
Clicca sull'immagine per ascoltare l'album in streaming sul bandcamp dei Fargas