domenica 16 settembre 2012

Med in Itali - Coltivare piante grasse [Libellula]

Difficile che oggi in Italia un disco originale e fuori dalle logiche di mercato non incappi in quel trito (e ritrito) genere di stereotipi che vorrebbe la musica indipendente destinata a un pubblico di nicchia o meglio a una qualche "setta" di invasati. È un limite che occorre superare. Perché a volte entra in gioco un mix di fattori che portano un ascolto “non immediato” a far presa sulle orecchie di molti. A mio avviso è il caso di questi “buskers” nati artisticamente nel 2007 sulle strade di Dublino e di casa a Torino, che dopo cinque anni di lavoro in studio (durante i quali hanno pubblicato gli ep Soluzione e Bruco), centinaia di concerti e svariati cambi line-up, giungono all’esordio sulla lunga distanza con Coltivare piante grasse. Un disco di sorprendente maturità artistica e stilistica, contraddittorio fin dal titolo (le piante grasse si coltivano?), in cui la ricerca di raffinati arrangiamenti acustici di matrice free-jazz sfugge a inutili leziosità. È così che tempi dispari e repentini cambi di tono diventano di facile ascolto, magari appassionando anche il pubblico di neofiti. Impossibile non accostarli a gruppi come i Marta sui tubi, ma i Med in Itali hanno personalità da vendere e lo dimostrano consegnandoci un lavoro di grande qualità, sublime dal punto di vista espressivo, impreziosito dalla partecipazione di due jazzisti di rango come Matteo Negrin e Luca Begonia.