Dopo due apprezzabili EP autoprodotti i siciliani Brahaman esordiscono sulla lunga distanza con Anche il più ottimista, disco che
annovera tra gli ospiti un peso massimo dell’alternative rock nostrano come
Manuel Agnelli, chiamato in causa nel brano sull’antinucleare Superbia. Non è un caso che il leader
degli Afterhours passi di qua, visto che il quintetto isolano si era già
fatto notare non solo in apertura ai concerti del gruppo milanese, ma anche per
un interessante progetto di video-art virale sfociato nel videoclip di Andrea, singolo dedicato al fumettista
Andrea Pazienza contenuto nel primo EP Diecilire.
Con i suoi disegni Paz raccontò meglio di chiunque altro la droga e il disagio,
ma anche il fermento creativo e l’irrequietezza che scorrevano nella Bologna
degli anni Settanta, tematiche a cui si ispira anche il film Lavorare con lentezza di Guido Chiesa,
in cui gli Afterhours interpretano il ruolo degli Area di Demetrio Stratos con
il brano Gioia e rivoluzione. Quello di
Paz è solo uno dei personaggi che i Brahaman ricordano nelle loro canzoni,
personaggi a cui i trentenni di oggi probabilmente guardano con un po’ di
nostalgia e forse anche di amarezza. Questo è un disco che parla anche di loro,
di quelli che negli anni Novanta
ridevano con i Film di Francesco (Nuti
s’intende): eterni adolescenti, precari in crisi d’identità ognuno alle prese con
i suoi vuoti affettivi, in preda ai disturbi d’insonnia, alle ansie, alle frustrazioni e alla solitudine di chi lotta per rimanere in carreggiata, nonostante
tutto. Sensazioni che emergono con veemenza in brani come L’impiegato del mese, Adrenalina e Mercoledì. Ma in questo bel
disco ci sono anche un omaggio alla poetica della Beat Generation con Urlo e una cover de La ballata dell’amore cieco di Fabrizio De André, unica traccia
romantica che completa quel sentimento onnipresente di disorientamento tra
vincitori e vinti che dà il titolo allo stesso album.
Dai precedenti EP Diecilire e Il nero vince su tutti: