L’opera terza del trio rock salentino intreccia i fallimenti
del genere umano con i drammi e il caos che ci appartengono, specchio di un’umanità
decadente che si sgretola su scenari sempre più apocalittici. Non ci sono
spiragli di luce, solo lampi di corrente elettrica e il lamento agonizzante dell’Io
che si distrugge. E’ notte. L’Ego è il male più grande, l’orgoglio la
febbre che annega gli affetti e la trincea da cui si combattono le guerre dell’anima.
100 è il numero che evoca la totalità delle cose, peccato che non filino esattamente
come dovrebbero. Prendete il groove rock dei Malfunk per surfare sull’onda
alternative dei Ministri sino alle spiagge deturpate de Le Luci della centrale
elettrica e avrete un'idea di cosa vi aspetta: Il tempo che non vivo, Le luci
delle fabbriche, Vinili e dischi, L’aria qui intorno, Periferia sono pura
rabbia sputata nel microfono con un’attitudine grunge d’altri tempi. Se con Finti eroi nel 2010 Le Carte conquistarono
il palco dell’Heineken Jammin Festival, con 100 i numeri per la svolta ci sono tutti.
