Una pioggia
di suoni rock, folk e blues si staglia su un vortice di sensazioni contrastanti
e atmosfere sinistre: rabbia, solitudine, passione e disincanto percorrono
veementi il secondo album di Carmelo Amenta, un lavoro di grande impasse
emotiva in cui la voce di carta vetro dell’artista siracusano incontra una
prosa vicina al cantautorato di matrice “caposseliana”, ma meno densa di
riferimenti letterari. L’incedere ossessivo delle parti ritmiche in pezzi come
la title-track I gatti se ne fanno un
cazzo delle trippa e Per i vermi siamo tutti uguali lascia spazio a
sinuose dilatazioni strumentali in ballad come Tutto è fuori posto sempre e
Frammenti, piccole perle di un disco destinato a far parlare di sé. Con
la sorpresa di un bonus ep all’interno.
