C’è bisogno di dischi come quello di Luca Bussoletti di questi tempi. Non perché “Il Cantacronache” sia un ritratto fedele di quest’Italia di cartone, col suo bagaglio di Peter Pan canuti, eterni precari, migranti, falsi miti e sogni a tempo determinato. Per questo basta guardarsi intorno, o guardarsi e basta. Nel disco del cantautore romano c’è la magia che permea brani come “C’era una volta un re”, “Buon Natale”, “Corinna” e “Quando diventi acqua”, c’è l’impegno sul fronte civile e sociale sottolineato dagli interventi di Dario Fo in “A solo un metro” e Ascanio Celestini in “L’aereo di carta”, ma soprattutto ci sono la voglia di cambiamento, l’onestà intellettuale e la fantasia come antidoti a tutto questo grigiore.
