Anche se l’ “Ombra della mosca” ne suggella l’esordio discografico, Cristiano Angelini è uno che la scena cantautorale genovese la mastica da parecchi anni. E si sente. A testi ispirati e maturi fa da contraltare una cura minuziosa degli arrangiamenti, dove le chitarre di Matteo Nahum e il pianoforte di Marco Spiccio s’intrecciano alle sinuose linee melodiche di violoncelli e fisarmoniche, con innesti di cornamusa, flauto e corno francese a rendere il tutto un po’ più folk. Un disco che testimonia lo stato di fermento della scuola genovese, che qui vede all’opera due suoi illustri rappresentanti: Max Manfredi e Vittorio De Scalzi, chiamati in causa nella title-track e nel brano “La polvere dei guai”.
