giovedì 15 settembre 2011

Nadiè - Questo inverno il prossimo anno [Seahorse Recordings]

Il nuovo disco dei Nadié ha tutti i crismi dell’arte allo stato puro. “Questo giorno il prossimo anno” è un’opera folgorante, che più la ascolti e più ti piace. È un viaggio nelle lande desolate dell’Io, attraverso sentieri reconditi e passaggi coperti di neve, tra stati d'animo che tornano a germogliare dopo un lungo inverno. All’immediatezza espressiva s'interfaccia una maturità artistica anomala se consideriamo che questo è il primo full-lenght della band catanese, approdata nelle fila della Seahorse Recordings dopo anni di peregrinaggio nei meandri della discografia italiana. Un disco intimista, ombroso, scostante nei temi e negli arrangiamenti, che passano dalle velleità internazionali di “Glicine” e “Viola” alle affinità con una scena rock cantautorale che dalla prolifica Sicilia ha sfornato artisti come Carmen Consoli, Mario Venuti e Marta sui Tubi. Così, tra giri di piano, sferzate di e-bow e raffinati innesti d’archi si fanno strada liriche di grande intensità emotiva, tra cui la splendida “Praga” in cui “amore” trascende l’accezione main-stream e fa rima con “droga”, ma non con “dolore”. Che dire poi dell’originalità di “Roman Polanski” o dei giochi di parole e dell’umorismo nero di “Laurea in Lettere e Filosofia”? E della title track finale? In fondo una finestra aperta sul futuro: “Questo giorno il prossimo anno”, appunto. Dove il presente forse c’è, ma non fa paura.