In tempi in cui la massificazione dei costumi, del pensiero e a volte persino dei sentimenti uccide l’individuo e lo condanna all’appiattimento generale, assoggettandolo a chi predica un sempre più fantomatico “interesse di tutti”, i Marta sui Tubi escono con un nuovo, sorprendente album: s’intitola “Carne con gli occhi”, modo di dire siciliano che indica qualcuno senza spina dorsale che non sa – o non vuole – prendere decisioni con la sua testa. Insomma, un disco provocatorio che invita a svegliarsi, a mobilitare i neuroni e a darsi da fare per cambiare lo status quo, incominciando a vivere. Ed è nell’esatto disordine delle cose, nell’imperfezione di un gesto, nella scelta di chi non è speciale a tutti i costi, nell’assenza di fertilizzanti per paure preconfezionate e nella consapevolezza di poter esser qualcun altro, che quest’odore di plastica potrà finalmente dissolversi. “Meglio un eroe morto o un vigliacco in catene? Non cercarmi più, perché non sono un eroe” recita la title track, mentre “Di Vino” ricorda – già ricorda, strano vero?! – che la nostra vita non è un’indagine statistica. Ma qui –semanticamente parlando- di carne al fuoco ce n'è davvero tanta, accompagnata come sempre da un impasto di suoni dal passo imprevedibile (che strizza l’occhio al prog Anni 70). Musicalmente anarchici, eclettici e con una personalità unica, i Marta sui tubi hanno inciso un album straordinariamente bello.
