Non fatevi ingannare dal nome perché questa band di “guaglioni” nata tra i banchi di scuola rimescola le carte del moderno indie-rock senza perdere di vista la tradizione del bel canto all’italiana. Come? Con un album che suona profondamente cosmopolita (muovendosi tra stili diversi, con strutture progressive e post-rock che assemblano elementi shoegaze, electro e beats) rivendicando al contempo il profondo legame con la città del Vesuvio: una metropoli dalla doppia anima, affascinante e decadente, aperta sul mare ma succube del vulcano simbolo del fato. Ghost dance, secondo full lenght che i The Mantra Above The Spotless Melt Moon pubblicano per la label inglese Rare Noise Records dopo Defeated Songs (2010) ,è da questo punto di vista folcloristico: nel pezzo d’apertura Heads or tails è proprio il Vesuvio a dire la sua in 5/4 (il movimento della tarantella), per proseguire tra regine solitarie, lupi e lune, eserciti malinconici, maschere e dipinti di Gauguin. Un viaggio tra sogno e realtà dai contorni spettrali, raccontato dalla voce ammaliante di Adriana Salomone che un po’ ricorda quella di Karin Dreijer Andersoon del duo The Knife. A marzo partirà il tour di spalla a Il Teatro degli Orrori, il disco è reperibile sui circuiti digitali via IODA.
