martedì 15 novembre 2011

Cabeki - Il montaggio delle attrazioni [Tannen Records]

Catene sequenziali di azioni melodiche volte all’induzione di effetti sensoriali e psicologici che svelino il significato ideale dell’opera in questione: il titolo “Il montaggio delle attrazioni” spiega da sé ciò che la rende brillante e “carnalmente virtuale”. Il polistrumentista veronese Andrea Faccioli, qui sotto le mentite spoglie di Cabeki, riprende le immaginifiche colonne sonore e le musiche di scena da lui scritte per il teatro: il risultato è la sonorizzazione di un viaggio immaginifico, scandito in 11 capitoli dai contorni melliflui, in cui affiorano visioni recondite del nostro io errante tra paesaggi epici, labirinti cosmici e trafficate metropoli piene di insegne luminose. In questo aldilà maxi-formato e multicolore si proiettano vicende terrene, come storie in paesaggi lontani anni luce ma di cui respiriamo gli odori, vediamo i colori e udiamo i suoni. Cabeki è bravo a tessere una narrazione estremamente viva con strumenti più o meno convenzionali, tra cui “giocattoli” come ukelin, autoharp e stylophone. Titoli evocativi come “Con la strada”, “Nelle tasche rotte”, “Alla luce dei neon”, “In una notte” sono input che guidano le immagini mentali dell’ascoltatore, ma parrebbero più azzeccati per il disco di un cantautore. D’altra parte alle canzoni di Cabeki le parole non servono.