Ventidue anni costellati da tanta strada, quella che serve a calcare i palchi più lontani. Poi i riconoscimenti, i molteplici cambi di line-up e soprattutto 4 album che marchiano a fuoco la scena underground italiana. Ne è passato di tempo da quando i Dorian Gray debuttarono sul palco di Arezzo Wave: da allora il combo cagliaritano guidato dal vocalist Davide Catinari ha alternato una fase di grande creatività (dal 1992 al 1997, con la pubblicazione di “Shamano”, “Matamoros” e “Veleno della mente”) a un prolungato periodo di silenzio, interrotto solo nel 2005 dall’uscita della raccolta “Tempi supplementari” seguita, nel 2008, dall’acclamato “Forse il sole ci odia”. Il disco vale alla band un premio alla carriera al Mei di Faenza e segna un punto di non ritorno nel processo di ricerca artistica, che abbandona i suoni ruvidi e potenti per abbracciare una forma canzone permeata da atmosfere notturne e melodie psichedeliche. Con questi presupposti il 31 marzo esce “La pelle degli spiriti”: una pellaccia che non invecchia, come quella di una band che si evolve senza perdere lo smalto degli esordi. Il nuovo disco contiene 9 canzoni godibili, cariche di visioni e suggestioni, caratterizzate da uno stile narrativo distante dal racconto didascalico e filtrato da una singolare percezione della realtà. Una menzione va alle 16 tavole realizzate da Manuele Fior che costituiscono l’elegante artwork.
Voto: 7,8
